Questa caratteristica processione si svolge da secoli nella notte fra il 7 e l’8 dicembre di ogni anno, partendo dalla chiesa di S. Francesco, dove la statua dell’Immacolata Concezione viene conservata. Comincia in genere alle cinque del mattino con la statua che viene portata a spalla dai giovani attraversando le vie del paese. Come da antica usanza sono gli uomini del paese a seguire la statua ed a cantare canti devozionali che rimbombano nell'aria alle prime luci dell’alba cetarese. Un tempo questa processione era seguita e portata avanti dai soli uomini del paese che dopo la processione imboccavano la strada della marina per andare a pescare. Nel tempo poi la processione è stata seguita da tutta la popolazione anche se la tradizione della presenza maschile nell'organizzazione non è venuta mai meno.
Quanto alle origini di questa festa non ci sono date precise per poterne determinare l’inizio. C’è chi pensa che questo tipo di festa addirittura ponga le sue radici nell’antico culto della dea Diana e poi dopo l’elevazione dell’Immacolata come protettrice della marina Borbonica, nella metà del ‘700, si sia trasformata nella forma attuale. In ogni caso, a parte la tradizione orale, non esistono documenti che facciano chiarezza sulle origini di questa manifestazione tanto cara ai cetaresi.
Durante la notte della vigilia in attesa del momento processionale in ogni casa cetarese si prepara la cena della vigilia tutta a base di pesce. Non manca mai lo spaghetto con la colatura di alici e come secondo piatto il baccalà cucinato con varie ricette tipiche, naturalmente la frittura di paranza, i dolci tipici di Natale fatti in casa tra cui le zeppole “cresciute”, mostaccioli, roccocò ecc. il vino lambiccato e la frutta secca (fichi con noci, nocciole, ceci abbrustoliti, semi di zucca, prugne secche, ecc.) insieme agli agrumi di stagione come aranci e mandarini e non mancava mai la classica mela limongella.
Un cenno particolare al vino lambiccato che è un vino dolce che si ottiene da cloni locali delle uve moscato. Si abbina egregiamente ai dolci natalizi. Il suo colore è giallo paglierino più o meno intenso ed è profumato e molto delicato per quanto riguarda la palatabilità. Molto elaborata la sua produzione. Si parte dall’uva moscato che viene raccolta e conservata in cassette di legno dove viene mantenuta fino a quando il graspo da verde, durante la fase di essicazione, diventa di colore marrone. Viene quindi pigiato e, solo dopo alcuni giorni, pressato. Successivamente si passa alla fase più delicata per la sua produzione cioè quella del filtraggio in appositi “cappucci” di cotone, detti lambicchi, che goccia dopo goccia, ci permettono di ottenere questo vino. Questi filtri a sacco in effetti bloccano la fermentazione alcolica per cui il risultato è quello di ottenere con questo metodo un vino bianco, fermo, poco alcolico e particolarmente dolce.
Un vecchio proverbio cetarese riferito al pasto della festa dell’Immacolata dice: “a ‘Maculat Cuncezione sei ducat ‘o sparaglione” cioè durante le feste prenatalizie e quelle successive pure un pesce poco usato e pieno di spine come lo sparaglione viene venduto ad un prezzo esagerato sia per mancanza di pescato nel periodo invernale sia perché i pescatori approfittano del periodo festivo per far lievitare i prezzi.
Ritornando alla sera della vigilia vengono poi ancora allestiti in vari punti del paese e sulla spiaggia della Marina una serie di falò che illuminano e riscaldano questa gelida notte. Negli ultimi anni, inoltre, una serie di eventi caratterizza la sera del 7 dicembre in attesa della "nottata", tra cui la presenza di un gruppo di musica popolare locale che suona sfilando per le vie del paese, artisti di strada e bancarelle di prodotti tipici ed artigianali.